DUE CAVOLI E UNA STORIA DI SETTE SECOLI

Il cuore pulsante di Padova, la mia città. Lo attraverso tutte le mattine e dopo tanti anni ancora non mi lascia indifferente: il Salone, il luogo dove la mia città prende vita ogni giorno. Con la nebbia, la pioggia, l’afa estiva o la neve, non c’è mattina dell’anno che non veda questo luogo magico popolarsi di persone, di colori, di profumi , di storie. E’ uno dei centri commerciali più antichi d’Europa costituito dal Palazzo della Ragione – sorto nel 1218-19 , di una bellezza disarmante – con la sua famosa e immensa sala pensile – e le tre piazze intorno, Piazza delle Erbe, Piazza della Frutta e Piazza dei Signori. Al piano terra all’interno del Palazzo, da sempre detto “Sotto il Salone” due grandi corridoi ospitano una in fila all’altra le botteghe, macellerie, salumerie, formaggiari, latterie, pastifici, panifici, pescherie, mercerie, erboristerie e bar. Nelle tre piazze fin dall’alba ogni mattina nasce il mercato, si montano tutti i banchi, ognuno rigorosamente al suo posto fisso, frutta, verdura, fiori, spezie, cereali, un tripudio di colori e di profumi. Quando riesco mi piace passarci la mattina presto, mentre stanno ancora allestendo i banchi, per sentire le loro chiacchiere in dialetto – a volte molto “colorito” – e vedere la maestria che hanno nell’esporre i prodotti. “In piazza” – come siamo soliti dire da queste parti – non si fa solo la spesa, in piazza si incontra sempre qualcuno che si conosce, i bottegai sanno quali sono le tue abitudini e i tuoi gusti – ieri ero in ferie e sono andata dal fruttivendolo alle 10:00 , lui mi ha guardata con aria interrogativa dicendomi “non è la sua ora questa!?” – in piazza trovi sempre chi ha un aneddoto da raccontare, puoi bere un caffè da sola e in realtà sola non sei , puoi mangiare il tramezzino caldo più buono della città , puoi chiedere al macellaio un consiglio su come cucinare la faraona, qui puoi passare perché ti servono al volo due uova o riempire un carrello intero perché hai venti persone a cena.
E quando il sole tramonta, come per miracolo tutto sparisce, le botteghe abbassano le saracinesche, le bancarelle scompaiono – senza lasciare nemmeno una scorza di arancia per terra – lasciando improvvisamente un enorme spazio aperto che fa risaltare ancora di più la maestosità del Palazzo, e inizia un’altra fase della giornata, quella della passeggiata, dell’aperitivo, delle cene all’aperto d’estate, delle castagne in autunno. Sempre vita, sempre il cuore che pulsa.
Tra pochi giorni le piazze saranno addobbate per il Natale. Magia sopra la magia. Non vedo l’ora…..
Questi meravigliosi cavolfiori potevo lasciarli li sui banchi della piazza??? Certo che no, e ora vi racconto come li ho resi molto golosi.
COSA VI SERVE
- un cavolfiore bianco
- un cavolfiore viola
- besciamella di soia vedi qui dosi e ricetta
- 2 cucchiai di pan grattato
- qualche foglia di maggiorana fresca
- olio evo, sale e pepe qb
RICETTA
Pulite i cavolfiori prelevando tutte le cimette , lavatele sotto l’acqua corrente, e cuocetele in acqua bollente salata fin tanto che non saranno tenere ma ancora compatte.
Nel frattempo preparate la besciamella. Io ho usato questa versione light, naturalmente potete fare una besciamella classica con burro e latte vaccino, in base ai vostri gusti.
Scolate il cavolfiore e disponetelo in una pirofila. Condite con olio evo, sale e pepe e versate sopra la besciamella, distribuendola bene sopra tutto il cavolfiore. Versate il pan grattato precedentemente mischiato con della maggiorana fresca tagliata a coltello.
Infornate con la funzione grill per circa 20 minuti a 170°.
Servitelo caldo appena pronto.
Cara Claudia anch’io, vivendo a Padova, non posso che sentire le sue piazze come il salotto di casa mia e farmi incantare da tutte le prelibatezze che vi si trovano. Quei bellissimi cavoli avrebbero stregato anche me. Il tuo piatto sembra squisito!
Gemma Allora ci incontreremo sotto il Salone! Si era buonissimo…da rifare a breve!